PRONTUARIO TERAPEUTICO
Quali sono le problematiche fisiche in cui può più
facilmente incorrere un praticante di arti marziali? Quali distretti
corporei e quali patologie possono particolarmente interessare chi
pratica questa disciplina?
·
problematiche osteo-muscolari
(distrazioni, stiramenti, strappi muscolari e fratture);
·
problematiche
articolari
(soprattutto spalla, ginocchio e caviglia);
·
problematiche da sovraccarico
(pubalgia, tendinopatia achillea, talalgia e metatarsalgia, rottura
del tendine d' achille, tendine del capo lungo del bicipite,
fratture da durata).
PATOLOGIE OSTEO-MUSCOLARI
- Lesioni muscolari acute ( da traumi diretti e traumi indiretti
) -
Traumi diretti
In base al meccanismo con cui si esplica il trauma, si possono avere
due tipi di lesioni: da traumi diretti e da traumi indiretti.
Le lesioni da traumi diretti sono definite contusioni, (in sede si
può avere un' ecchimosi o addirittura un ematoma, a seconda dell'
entità del danno. Anche il dolore varia, infatti si passa da un
dolore lieve in caso di sola ecchimosi e tumefazione, a un forte
dolore in caso di un ematoma intramuscolare, che spesso si associa
anche ad una minore impotenza muscolare).
Cosa
fare in questi casi?
Riposo atletico, impacchi con antinfiammatori e crioterapia per le
prime 24/48 ore. In caso di grave impotenza funzionale rivolgersi al
pronto soccorso più vicino. Successivamente, dopo i primi
trattamenti rivolgersi al medico federale per un adeguato protocollo
riabilitativo.
Traumi indiretti
La causa è attribuibile a problematiche sorte in fase di contrazione
muscolare, quindi a seconda dell' entità della lesione delle fibre
distingueremo come lievi, (le distrazioni e gli stiramenti e in
gravi gli strappi e le rotture muscolari).
Di norma, vengono maggiormente colpite le muscolature degli arti
inferiori. Le quali, essendo di natura scheletrica subiscono un
grande stravaso ematico che si infiltra, provocando ecchimosi,
locale o a distanza, o un grande ematoma. In caso di gravi traumi,
si può osservare anche una retrazione dinamica del capo prossimale.
Distrazione muscolare
È la più lieve, interessa solo poche fibre; avremo dolore, ma solo
al termine dell' impegno sportivo o addirittura il giorno
successivo. Ha la caratteristica di essere un "dolore funzionale",
che compare solo con la contrazione attiva o passiva. La diagnosi và
ricercata interrogando il paziente, allungando la muscolatura,
evidenziando eventuali contratture antalgiche.
Cosa
fare?
Riposo dai 4 ai 14 gg, terapia farmacologica (antinfiammatori,
miorilassanti) e graduale reinserimento in ambito sportivo.
Stiramento muscolare
È di media entità in quanto interessa più fibre, il dolore è molto
acuto e compare in seguito ad una forte contrazione muscolare, si
può associare alla stessa un'impotenza funzionale che può impedire
anche il prosieguo della gara o allenamento.
Cosa
fare?
Il riposo qui risulta più lungo, varia di norma tra i 14 e i 30 gg.
Utile l' uso di antinfiammatori e miorilassanti, associati
eventualmente a pomate eparinoidi e crioterapia (ghiaccio).
Strappi e rotture muscolari
Qui si arriva ad avere un grande interessamento delle fibre che può
riguardare anche l' intera muscolatura. Si percepisce al tatto un
avvallamento o uno scalino nel ventre muscolare. Il dolore nsorge in
seguito ad una violenta contrattura muscolare e provoca sempre
impotenza funzionale. Inoltre è evidente un grosso ematoma che
risulta essere anche dolente alla palpazione.
Cosa
fare?
Il periodo di riposo sarà decisamente più lungo dei precedenti ( 1-2
mesi ), in alcuni casi sarà necessario immobilizzare o gessare per
15-20 gg.
L' attività atletica sarà estremamente cauta, ma può essere impedita
da una grande fibrosi che può dare dolore anche a distanza di tempo.
In caso invece di strappo muscolare grave, si ha una rottura
sottocutanea, con interruzione completa del ventre muscolare; in
questi si interviene chirurgicamente il più presto possibile.
Alcuni consigli utili in fase acuta….
…..evitare qualsiasi forma di massaggio, manipolazioni, o calore.
Superata la fase acuta, si procede ad effettuare esercizi di
allungamento per elasticizzare il muscolo. Comunque nonostante tutte
le precauzioni osservabili, si possono avere delle recidive per cui,
non forzare mai i tempi di recupero!!!
PATOLOGIE ARTICOLARI
Spalla ( traumi dell' articolazione acromion-clavicolare )
Durante una competizione può accadere che ci sia una caduta sulla
spalla. Ciò comporta una sollecitazione dal davanti all' indietro e
dall' alto verso il basso, quindi le due superfici articolari
vengono sollecitate ad allontanarsi, determinando a seconda dell'
entità del trauma una distorsione, una sublussazione o una
lussazione completa.
Con l' esame radiografico potremo osservare una diastasi articolare.
La sintomatologia sarà caratterizzata da un dolore più o meno forte,
con limitazione funzionale all' abduzione, all' anteroproiezione e
alla retroproiezione di spalla.
Cosa
fare?
In caso di distorsione e sublussazione, si consiglia un trattamento
conservativo, che consiste nell' applicare un bendaggio che
riavvicini l' estremità acromiale della clavicola all' acromion, per
permettere comunque la mobilità.
La fasciatura và tenuta per 2 settimane con un successivo ciclo di
fisioterapia.
Nella lussazione completa invece, l' atleta deve sottoporsi il più
presto possibile ad intervento, per evitare un recupero mediocre o
invalidanti complicanze.
Traumi dell' articolazione scapolo-omorale
Avvengono per cadute sul palmo della mano o sul gomito abdotto ed
extraruotato che determinano una lussazione della testa omerale. Di
solito sono anteriori.
Il soggetto, per il dolore, inclina il più possibile la testa verso
la spalla lussata per rilassare il trapezio e mantenere il braccio.
È sempre meglio eseguire una RX, dato che spesso si possono
associare fratture della testa del omero.
In questo caso è necessario al più presto effettuare una manovra di
riduzione e successiva messa in atto di una fasciatura tipo "Desault"
da tenere per almeno 3 settimane e successiva fisioterapia.
Questo tipo di lussazioni possono recidivare, anche per piccoli
traumi, quindi è utile ridurre al più presto.
Se la lussazione dovesse essere frequente è opportuno
successivamente un intervento chirurgico.
Sindrome meniscale del ginocchio
Il più colpito è di solito il menisco interno, che può dare una
sintomatologia oggettiva o soggettiva. Avviene per traumi in
torsione o per una violenta iper-estensione, come ad esempio tirare
un calcio a vuoto.
Vi è dolore, blocco articolare, e versamento che confermano
facilmente la diagnosi. Il dolore può essere anche più sfumato o può
manifestarsi nel cavo popliteo, se colpisce il corno posteriore del
menisco.
Il blocco articolare è dato dall' interposizione della parte
lesionata fra condilo femorale e tibia, quindi viene impedita l'
estensione. Il paziente avrà la sensazione come se si sia bloccato
qualcosa nel suo ginocchio.
Di solito, l' edema si riassorbe in pochi giorni, anche grazie all'
aggiunta di farmaci antiedemigeni. In caso di lesione Si può evocare
il dolore meniscale esercitando una digitopressione sulla rima
articolare.
Cosa
fare?
La terapia di solito è di tipo chirurgico e viene effettuata in
artroscopia.
Distorsione della caviglia
È determinata in genere da un trauma indiretto che colpisce l'
articolazione tibio-tarsica provocando un' allontanamento dei capi
articolari e quindi dell' apparato capsulo-legamentoso. Di solito
avviene in varismo, supinazione e adduzione del piede, distendendo o
lacerando i tessuti molli.
L' esame RX può evidenziare un aumento dell' angolo
tibio-astragalico.
Si possono avere tre gradi di lesioni: la prima dà solo una
distensione o una piccola lacerazione legamentosa, con modesto
dolore - (osservare una settimana di riposo, con bendaggio elastico,
ghiaccio e riposo). Nella seconda c' è una grande lacerazione
legamentosa, e dall' RX risulterà una certa diastasi. C' è
immediatamente vivo dolore, zoppia che inibisce lo svolgimento di
una gara. - (riposo, ghiaccio per evitare l' edema. Nei primi 2
giorni riposo, ghiaccio ed eparinoidi, ridotto l' edema si può
procedere con il confezionamento di un gambaletto per ulteriori
venti giorni, dopodiché fisioterapia).
Nel terzo caso ci sono gravi rotture capsulo-legamentose, con, a
volte, lesioni ossee. Si avverte un forte scroscio con dolore
diffuso e repentino, con la comparsa immediata di ecchimosi ed
edema. Un RX ci dà l' entità del danno e della lesione. (Unica
terapia è un precoce intervento chirurgico).
PATOLOGIE DA SOVRACCARICO FUNZIONALE
Tutte le patologie da sovraccarico, qualunque esse siano,
necessitano sempre di un periodo più o meno lungo di riposo a
seconda dell' entità, con sospensione immediata dell' attività
fisica.
È particolarmente utile porre a riposo i giovani atleti, in quanto
talune patologie possono negli anni cronicizzare o accelerare
processi di calcificazione (vedi Osgood Slatter ).
Dott. Giancarlo Di
Filippo
Medico Federale
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